Non solo in tribunale, ma anche nella pubblica amministrazione, in molte aziende, fra le forze dell’ordine. In Italia ci sono quasi 235mila avvocati: lo confermano gli ultimi dati presentati dal Consiglio nazionale forense, aggiornati al luglio 2014. «Il numero è già altissimo: ai giovani indecisi non consiglierei di iscriversi a giurisprudenza, a meno che a guidarli non sia una vera passione. E comunque bisogna avere ben presente che l’università è solo una delle tappe da percorrere per avviarsi alla carriera forense, sempre più costosa, selettiva e lunga». A dirlo è il nuovo presidente dell’Ugai, Massimo Autieri, 38 anni, che esercita fra Pompei e Napoli. È avvocato dal 2004 e si occupa principalmente di diritto penale. Oltre al sito, l’Unione Giovani Avvocati Italiani aggiorna costantemente un forum, nonché una pagina su Facebook e una su Twitter, che insieme si avvicinano ai 10 mila seguaci. L’Ugai è diventato in pochi anni uno spazio per tutte le problematiche legate alla professione forense, che assomiglia sempre di più a una lunga maratona, da percorrere in molti anni, fra migliaia di concorrenti.
Dopo la laurea in Giurisprudenza, lo studio continua: per chi vuole fare il magistrato è obbligatorio iscriversi alle scuole di specializzazione per le professioni legali, organizzate dalle università stesse. Durano due anni e costano almeno 2 mila euro. Una strada più breve della specializzazione, scelta dalla maggior parte dei futuri avvocati, è la scuola forense: dura un solo anno, è a numero chiuso, costa circa 300 euro ed è organizzata dall’Ordine degli Avvocati. Oppure esistono centinaia di corsi intensivi che preparano all’esame da avvocato: hanno un costo da 500 a 1000 euro e una durata variabile, da tre a sette mesi. Ad organizzarli sono associazioni ed enti di formazione del settore