Un’élite che muove ogni anno oltre 1,6 miliardi di fatturato in una professione

sovraffolata

Sono il volto della professione che cambia. Gli avvocati del potere economico e finanziario. I protagonisti delle privatizzazioni e delle grandi fusioni, delle quotazioni in Borsa e delle operazioni di finanza strutturata. Un’élite che muove ogni anno oltre 1,6 miliardi di euro di fatturato. Una minoranza dorata, all’interno di una professione a dir poco sovraffollata (ormai siamo a quota 250mila toghe nel Paese).

 

AVVOCATI

Riuscire a superare gli ostacoli della recessione e del crollo verticale degli onorari, favorito anche dall’esplodere della concorrenza, è stata la sfida più grande che l’avvocatura d’affari ha dovuto affrontare. Ecco perché i 30 professionisti che sono riusciti maggiormente a fare la differenza nel 2014, e che legalcommunity.it racconta per GQ, sono quelli che sono riusciti a distinguersi per capacità manageriale, visione strategica, forza mediatica oltreché per la rete di relazioni interpersonali e per la reputazione di tecnici eccellenti.

Finita l’era dei minimi tariffari, spazzata via dai diktat di Bruxelles e dalle lenzuolate di bersaniana memoria, è cominciata la stagione della considerazione dell’attività giuridica in chiave di servizio all’impresa e alle persone. In molti casi, gli avvocati stanno cominciando a trasformarsi in imprenditori. E gli studi associati in vere e proprie aziende.

 

AULA TRIBUNALE

La crisi di questi anni ha fatto cadere le barriere ideali che separavano le organizzazioni più grandi, dedite soprattutto ad attività stragiudiziale, e quelle più tradizionali, dove la frequentazione dei Tribunali è la prassi, per non dire la regola. Persino nel penale le contaminazioni tra law firm d’affari e boutique sono diventate sempre più frequenti e, nel 2014, c’è stato chi ha aperto un dipartimento specializzato in questo settore.

Infine, la contrazione della domanda interna ha spinto gli avvocati all’internazionalizzazione. Londra è diventata una sede imprescindibile per chi lavora con la finanza. Ma gli investimenti degli avvocati italiani sono arrivati anche in Medio oriente e in Cina. Non solo per accompagnare le imprese che provano ad andare all’estero ma soprattutto per intercettare i mandati legati alle grandi operazioni di M&A (fusione e acquisizione) che sempre più spesso coinvolgono una parte italiana, di solito la preda, e una straniera, il cacciatore.

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