L’evoluzione sociale, spesso viene accostata al principio filosofico della consapevolezza; a parere dello scrivente niente di piu lontano sia in termini etici che sociali.
Il continuo impoverimento culturale, ha portato alla cosiddetta “società liquida”, dove il tempo è un valore costante in continua ascesa.
Il valore di un bene si misura in termini di utilità “storica”; il principio finanziario ha scardinato il lavoro tradizionale fatto di unità di misura quali sacrificio e rinuncia.
È saltato il contratto sociale , l’etica al rispetto dei valori considerati “universali”non è più riconosciuta sacrificata al profitto ed alla realizzazione personale.
Lo studio vuole dimostrare che il Diritto posto a rispetto della vita sociale non è efficace se manca l’etica volta al rispetto ed alla consapevolezza del bene comune;in pratica l’Etica contrapposta alla Regola.
Partirei dall’assunto che i figli non sono “necessariamente dei genitori” ma portatori di un interesse sociale, la Scuola forma in consapevolezza, gli “altri sono “contaminazione”di valori e tradizioni con crescite diverse.
Investire nella ricerca sociale, indagare i bisogni attuali e le reali aspirazioni personali; la felicità scarificata al dovere.
La regola stabilisce il limite del giusto o corretto, ma l’errore non aiuta a definire la consapevolezza?
Indagare nell’animo umano alla ricerca dell’Etica che scava al di fuori delle regole per comprenderne l’effetto?
Lo Stato applica la legge senza interrogarsi se sia giusta o meno, senza preoccuparsi del percorso evolutivo dei soggetti- da qui la consapevolezza di offrire strumenti nuovi ai propri figli in quanto spesso i genitori non considerano con obiettività i percorsi di crescita e le aspirazioni dei figli-con un gran spreco di talento