Cos’è la psicosi schizofrenica?Il termine psicosi oggi ci rimanda a qualcosa di superato, non perché le patologie psicotiche non esistano più, ma semplicemente perche dire psicosi vuol dire tutto e nulla, se non le si attribuisce la qualità. Mi spiego: prima c’era la psicosi manico-depressiva, oggi esiste il disturbo bipolare; prima c’era la psicosi paranoidea, oggi c’è il disturbo di personalità paranoide; e così via dicendo. Quando si parla di psicosi, come fa notare lo psichiatra e analista reichiano Genovino Ferri in Psicopatologia e carattere (di G. Ferri e G. Cimini, Ed. Anicia), immediatamente si pensa alla psicosi schizofrenica, alla schizofrenia, che già nella sua etimologia racchiude il tema della scissione. Il termine schizofrenia si sostituisce a quello di dementia praecox usato da Emil Krapelin: fu Eugen Bleuler a proporlo. Chiedendo aiuto ai vicini greci, prese σχίζω (divido) e φρενός (cervello) e il termine fu coniato. Ma perché Bleuler volle schizofrenia? Cosa si scinde nella persona che soffre di psicosi schizofrenica? Proviamo a definire la psicosi schizofrenica.
La psicosi schizofrenica: definiamola
Dire psicosi schizofrenica evoca, nel nostro immaginario, un mondo fatto pensieri sconnessi, allucinazioni, deliri, pensiero magico, alienazione e quanto ancora il nostro senso di smarrimento può inserire al suo interno. Tutto questo fa paura, diciamoci la verità. Fa paura alla famiglia, agli amici, anche a chi si occupa seriamente di queste psicopatologie. La cosa che fa più paura nella psicosi schizofrenica, è il senso di vuoto e di smarrimentoche ci rimanda, l’alienazione, la dissociazione, il distacco dalla realtà, in cui il tempo e lo spazio diventano relativi e non più parti della coscienza collettiva. Il DSM-IV inserisce la schizofrenia tra i disturbi dell’asse I e, sempre per far riferimento al dottor Ferri, il modo migliore per definire la psicosi schizofrenica è anche il più semplice: schizofrenia è soprattutto alienazione, distacco dalla realtà; è alienare, ovvero, togliere all’essere umano la possibilità del suo sentire e del suo agire. E l’alienazione è la costante che si ritrova sia nella schizofrenia che in tutti gli altri disturbi che presentano tratti psicotici.
La psicosi schizofrenica: la scissione
Riprendiamo, a questo punto, Bleuler e la domanda che avevamo posto all’inizio, ovvero: cosa si scinde nella persona che soffre di psicosi schizofrenica? La schizofrenia nelle sue manifestazioni più infauste rappresenta al meglio questa scissione: il mondo interiore diventa l’unico parametro di riferimento della persona; ogni suo pensiero, sia questo persecutorio, magico o illusorio, vive di vita propria. Il contatto con la realtà non c’è. Quindi l’alienazione dalla realtà porta alla prima scissione, quella tra mondo interno e mondo esterno, che poi è la più evidente. La seconda scissione è quella che però, di fatto, precede la prima. Come fa notare Ferri, il nostro cervello rettiliano e il nostro cervello limbico, sono quelli più antichi (per approfondimenti potete consultare la teoria dei tre cervelli di Mac Lean).
Il sistema nervoso corticale è quello più evoluto e il suo compito è quello di modulare, detto in parole semplici, le emozioni del limbico e gli istinti del rettiliano. Nella psicosi schizofrenica questo elemento modulante non c’è: la coscienza dell’Io non è abbastanza forte da integrare le sue tre parti ed ecco, quindi, che il ritiro affettivo ed emozionale o accessi di rabbia cieca diventano il modo attraverso il quale la persona con psicosi schizofrenica si relaziona, se così si può dire ma non so quanto sia corretto, con il mondo. Perché non è corretto dire relazione? Perché la persona schizofrenica non ha una relazione con il mondo, il suo dentro e il suo fuori sono pura confusione che, insieme con il vuoto e la scissione, caratterizzano sua la vita. Come può esserci, in tutto questo, relazione con il mondo?
Parlando del neocortex come modulatore, poi, non significa dare a questo il primato sugli altri, ma semplicemente dire che la condizione di assenza di psicopatologia è data anche dall’equilibrio di questi tre elementi. Ciò che caratterizza la psicosi schizofrenica è un insieme di allucinazioni uditive, deliri, forze che pian piano consumano l’io cosciente della persona e la rendono schiava dei suoi pensieri: il ritiro, tentativo di protezione da una realtà considerata minacciosa, ha generato la sua scissione, la sua alienazione, l’ha resa inerme dinanzi a immaginarie forze che diventano sovrani impositori, giudici e direttori di ogni sua azione.