Con una prevalenza femminile (68,91%), in un contesto formato da persone consapevoli, attente e informate, che consultano spesso la rete e i social network prima dell’acquisto, e che si mostrano interessate a questioni ambientali, educative e inerenti l’alimentazione. Stiamo parlando dei “consumatori consapevoli”, che sta aumentando in tempi molto rapidi e, in controtendenza rispetto al periodo di crisi, è disposta a pagare di più pur di beneficiare di prodotti e servizi sostenibili.
Sono questi alcuni dei dati emersi dall’indagine “Analisi dei valori, stile di vita e scelte di consumo”, che ha coinvolto un campione di oltre mille consumatori consapevoli, con l’obiettivo di analizzare stili di vita, abitudini di consumo e composizione della “green community” e intercettare trend emergenti nell’ambito di un settore in forte evoluzione come quello della sostenibilità ambientale. Per questo tipo di consumatori, infatti, l’approccio sostenibile (che riguarda i settori della comunicazione, informazione e reputazione) delle aziende è diventato persino più importante del prodotto stesso.
Di conseguenza la green reputation di chi fornisce il prodotto o il servizio è, ora, il primo dato che la green economy prende in considerazione. Un innalzamento della soglia di attenzione facilitato dall’uso del web e dei social network, attraverso i quali i consumatori sono ora in grado di instaurare un dialogo diretto con le aziende e di verificarne direttamente il grado di consapevolezza ambientale. Il corretto processo di comunicazione, che valorizzi il percorso di sostenibilità intrapreso dall’azienda, è quindi fondamentale per costruire la reputazione necessaria ad aumentare il favore dei consumatori e, di conseguenza, le vendite.
L’Osservatorio ha consentito di analizzare il ruolo della reputazione, della comunicazione e dei mezzi di comunicazione in relazione alla sostenibilità ambientale. Dall’indagine emerge come la fonte d’informazione maggiormente utilizzata per raccogliere notizie sulla sostenibilità di un prodotto sia il packaging, con oltre il 64% delle risposte, seguito da blog e portali con il 56,5% e dai siti internet aziendali con il 54,2%. I valori dei social network sono più bassi, ma aumentano a mano a mano che l’età media dei consumatori diminuisce.
Reputazione che, al momento della scelta del prodotto da acquistare, diventa per il consumatore consapevole uno degli elementi fondamentali: alla domanda “quando scegli un prodotto da comprare, per te quanto è importante…”, il 44,69% del campione ha indicato molto importante la “reputazione sostenibile dell’azienda produttrice”, valore preceduto solo “dall’utilizzo di materiali riciclabili e/o riutilizzabili” (molto importante per il 50,20%) ma superiore ad altri elementi quali ad esempio la provenienza dal biologico/commercio equo e solidale (44,63%), la quantità di energia rinnovabile usata (30,15%) e acqua (25,77%) impiegata.
Su un dato oltre l’80% degli intervistati concorda: per ritenere una società sostenibile è necessario che l’azienda interagisca e comunichi in modo completo e trasparente con il consumatore finale. La reputazione green è quella che determina la decisione d’acquisto per il 44,7% degli intervistati, un tasso superato solo dall’utilizzo di materiali riciclabili e riutilizzabili, ritenuto molto importante dal 50,2%. Il 44,6%, invece, sceglie il prodotto in base alla provenienza dal biologico o dal commercio equo e solidale, il 30,1% analizzando la quantità di energia rinnovabile usata e il 25,7% in base all’acqua impiegata.
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