, è l’atto di deridere una persona per il suo aspetto fisico[1]; quasi qualsiasi caratteristica fisica può essere presa di mira: l’adiposità o la magrezza, l’altezza o la bassezza, la presenza, l’assenza o la cura della peluria corporea, il colore dei capelli e l’acconciatura, la forma e le dimensioni del pene, del seno, del bacino o delle natiche, la muscolatura, la presenza di tatuaggi o piercing, o anche malattie considerate antiestetiche come la psoriasi.
Il carattere fisico viene colpito perché considerato non aderente ai canoni estetici della cultura in cui la vittima vive: non ha importanza che sia effettivamente anormale o dannoso per la salute, o semplicemente diverso dalla presunta “forma fisica perfetta”, né che la vittima abbia la possibilità di modificarlo o no. Il canone estetico, spesso lontano dalle caratteristiche di un corpo umano comune o sano, è posto come normale e necessario per considerare una persona apprezzabile e degna di rispetto: il corpo della vittima è al contrario considerato anormale, nonostante sia in genere più simile a quello della maggioranza della popolazione rispetto al modello estetico, e la vittima colpevolizzata e indotta alla vergogna: tale vergogna riduce l’autostima e può portare a malattie quali disturbi alimentari, ansia e depressione.
Alcuni tipi di body shaming hanno origine antiche nella superstizione popolare, come il pregiudizio contro i capelli rossi, altri derivano da mode diffuse in tempi molto recenti, come la grassofobia. I canoni estetici cambiano da un luogo all’altro e con essi le forme di discriminazione.
La derisione del corpo può colpire entrambi i sessi: gli uomini sono soggetti a discriminazioni per le dimensioni del pene e la muscolatura, le donne per le dimensioni e la forma di seni, fianchi e natiche. Sono particolarmente soggetti gli adolescenti, a causa della ricerca di accettazione sociale e dei cambiamenti fisici legati all’età, e le donne in post-parto. Può essere aggravato dalla diffusione di modelli estetici nei mass media e nei social media e può sfociare in forme di bullismo e cyberbullismo.