n questa torrida e strana estate la politica, specialmente quella cittadina, boccheggia nella sua ormai costante squallida agonia di idee e progetti.
Torino e il Piemonte sono a pezzi, troppo impegnati a non fare nulla per non “sudare” e troppo codardi per alzare lo sguardo e progettare il futuro; un domani che certamente sarà difficile e post covid, lo sarà ancora di più.
Eppure questa politica, fatta di frammenti di inutile politica continua a giocare con la nostra città e la nostra regione. Non sono importanti i progetti, non è fondamentale capire cosa sarà la Torino del domani, è essenziale capire chi sarà la guida o meglio quell’inutile soggetto deputato ad essere vertice del nulla.
Chi comanda Torino vuole qualcuno da guidare o da muovere a comando, il “fenomeno di CHIARA” infatti non è avvenuto per caso, è stato voluto da qualcuno, qualcuno che si era stufato di Fassino e dei suoi NO.
Quali sono i caratteri essenziali del “Nome”? cosa deve avere il “candidato ideale”?
Essere non di destra e non di sinistra, però non dei grillini (se esistono ancora. Non essere al secondo mandato… ah no questo non vale più), inattaccabile, che abbia fatto qualcosa nella vita, ma non troppo, che non abbia precedenti penali, che sia conosciuto ma non troppo, che sia pulito e giovane (ma non come Chiara, leggermente più vecchio), che piaccia a Roma ma cosa importante che NON abbia un progetto.
Perché a Torino sembra che nessuno si interessi del futuro, non è importante il dove o il viaggio per arrivare da qualche parte ma è chi indicherà la via del niente. Siamo in tempesta e abbiamo bisogno di un bel manico per navigare e ritornare nel porto ma a Torino interessa solo chi condurrà la nave, perché la rotta la vogliono tracciare altri.