Il problema sta nel fatto che le persone attraggono situazioni, circostanze e potenziali partner, in modo inconscio e del tutto inconsapevole. I tuoi pensieri attirano gli altri e le persone a loro volta vengono attratte dai tuoi pensieri e dai tuoi atteggiamenti. Dopo tutto, tutte le persone e tutte le cose che ruotano intorno a te sono il riflesso del mondo che ti porti dentro, del tuo atteggiamento e del tuo pensiero abituale. Ti sembra una teoria strampalata? Riflettici bene, ora ti aiuto.

Identificazioni reciproche e ideale dell’Io

Il primo processo che entra in gioco nella fase dell’attrazione è la proiezione, tale processo coinvolge tanto te quanto chi è attratto da te. Con la proiezione, tendiamo a trasferire sull’altro, caratteristiche, sentimenti, impulsi e pensieri che appartengono solo a noi stessi. Si possono proiettare sull’altro sia aspetti positivi che negativi di noi stessi, ma nella prima fase di innamoramento e, più in generale, nell’attrazione, si tendono a proiettare gli aspetti positivi.

Sigmund Freud con  «ideale dell’Io» nel 1914 (in Introduzione al narcisismo) allude all’illusione della perfezione narcisistica della prima infanzia. Nel bambino l’onnipotenza rappresenta una normale fase evolutiva: egli pensa di essere unico, speciale e di essere in possesso di poteri straordinari  che gli consentono di realizzare qualsiasi cosa. Quando il bambino si rende conto di non essere in grado di corrispondere a tale modello di perfezione, tenta di riconquistarlo come ideale:

«Ciò che egli proietta davanti a lui come ideale è il sostituto per il perduto narcisismo della sua infanzia in cui egli era il suo ideale». 

L’ideale dell’Io si forma quando il bambino è costretto, dalle frustrazioni dell’ambiente, ad abbandonare il proprio originario senso di  onnipotenza che  successivamente proietta sui genitori. L’ideale dell’io si viene a plasmare attraverso le dinamiche relazionali tra il  bambino ed i suoi genitori, in una complessa trama di identificazioni e rispecchiamenti reciproci.

In età adulta, se la persona si distacca dal modello interno del proprio ideale dell’Io, sperimenterà vergogna ed umiliazione.

Nella formazione dell’ideale dell’Io una grossa influenza l’hanno assunta le aspirazioni e le aspettative che le figure genitoriali hanno riposto su di  noi.

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